Sullo sciopero di Serravalle

Apr 19, 2017 No Comments by
24 ore al giorno tutti i giorni. Non c’è festa che tenga. Bisogna lavorare sempre.
Ovviamente per stipendi minimi (quando va bene) e sotto il ricatto di contratti a termine, non sia mai che qualcuno decida di far valere proprio diritti.
Lo sciopero all’Outlet di Serravalle è l’ennesima conferma di un sistema economico che ha eletto a feticcio la produttività selvaggia, il precariato, la guerra tra poveri. Non vuoi lavorare la domenica? Nessun problema, stai a casa (definitivamente) tanto di gente che è disposta a farlo ce n’è moltissima. Eccolo il ricatto di un capitalismo selvaggio che conosce da tempo stagioni che lo vedono vincente. Chi prova a dire “no”, viene dipinto come un “conservatore”, uno che non si rende conto del mondo che cambia, uno che lotta contro le chiusure domenicali e dimentica che con Amazon si possono fare acquisti in ogni momento.
È per questo che in attesa di uno Stato che sia in grado di mettere i paletti a questo sfruttamento (perché di questo stiamo parlando) dei lavoratori, del progressivo svuotamento dei diritti, l’unica cosa da fare è mobilitarsi. Così come hanno fatto i lavoratori di Serravalle.
Mobilitarsi sapendo che non è facile, che la frammentazione del lavoro ha prodotto anche la frammentazione del senso della collettività (tanto per capirci, a Serravalle su 250 negozi solo 4 erano chiusi). Sapendo che la precarizzazione fa scontrare la lotta sindacale, con le legittime esigenze personali. Ma, nonostante questo, o forse proprio per questo, la lotta resta l’unica strada percorribile.
Per fare tutto ciò servirebbe una sinistra in grado di farlo. Una sinistra che esca dalla macchiettistica immagine di radical chic che lottano per temi rispettabili, ma lontani dalle esigenze della classe lavoratrice o in cerca di lavoro. E invece oggi quello che passa nella maggior parte dei casi è una sinistra che lotta solo e soltanto per i matrimoni gay, per il politically correct, per i diritti degli animali e via così. Temi sacrosanti ma innocui per chi guida l’economia mondiale. Lasciando ampie prateria a chi, strumentalmente, agita la bandiera delle classi popolari.
Riprendere quella bandiera è il nostro compito, la nostra missione.
Patria Socialista
serravalle
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