AUTOINTERVISTA

In questa pagina abbiamo racchiuso in una auto-intervista le risposte alle domande che più spesso ci vengono poste, soprattutto da chi non ci conosce, riguardo determinati argomenti.

Buona lettura.

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Perché avete deciso di chiamarvi Patria Socialista?

Il nostro nome discende da una contemplazione classica della storia del Socialismo mondiale, laddove le rivoluzioni hanno trionfato, la Patria ha sempre rappresentato un elemento centrale di unione di un popolo nello sviluppo dell’azione rivoluzionaria: la madre Patria nell’Unione Sovietica, il motto “Patria o muerte” nella Cuba socialista riadattato poi a “Patria, Socialismo o Muerte” nel Venezuela chavista, per arrivare poi al patriottismo della Resistenza Italiana sono solo alcuni esempi pratici in cui la Patria e la costruzione di una società socialista sono stati elementi indivisibili per i movimenti rivoluzionari. In un’era di nichilismo come quella attuale, unire un popolo sotto dei valori che vadano oltre all’economia ed il danaro è elemento imprescindibile nella costruzione di un moderno socialismo resistente. In questo senso la Patria può livellare gli interessi di un popolo in nome di una missione più alta, libera e giusta, ovvero la missione della costruzione del socialismo. Sia chiaro: il concetto di Patria differisce da quello di nazione in quanto mentre la nazione è legata ad un luogo fisico, confinato, ben preciso, la Patria è un concetto più ideale ed inclusivo legato ad una visione più elevata di società; non a caso in nome della nazione nel corso della storia sono state commesse le peggiori nefandezze e atrocità, mentre il nome della Patria ha sempre riecheggiato tra le schiere di rivoluzionari e di ribelli che si contrapponevano allo sfruttamento e allo sciovinismo della classe dominante di turno. In conclusione, ci tornano alla mente le parole che ci dedicò la nostra cara compagna Bianca Braccitorsi che recitavano “la Patria socialista, l’unica Patria che considero mia”.

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Per quale motivo avete fondato il vostro gruppo politico?

Per la volontà di restituire alle lotte del Socialismo antagonista al sistema la voglia di Vittoria. Tornare a costruire una Sinistra unita e forte che inneggi al trionfo, che divenga cosciente che la classe dei lavoratori è sfruttata sì, ma non è debole, ed essa porta la forza della vita con se. Per giungere a ciò, però, vi era la necessita di ricostituire una militanza totale, che si occupasse di formare le nuove leve sotto ogni forma al fine di renderli pronte e mature quando la sconfitta del capitalismo sarà essa stessa matura. In grado da qui nel tempo di cavalcare gli eventi come avanguardia per portare a termine la propria missione.

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Come intendete la militanza ?

La militanza è la solida roccia su cui si fonda la nostra azione politica. La nostra è una visione totalizzante che mira all’elevazione dell’individuo nella mente, nel corpo e nello spirito. Lo studio, l’allenamento e l’azione politica costituiscono i tre aspetti della nostra militanza. Un impegno che va affrontato in serenità e con entusiasmo e che non deve mai costituire un peso per il singolo. In un’epoca dominata dall’individualismo, il militante politico andrà a costituire quella cellula originale sulla quale i futuri tessuti ed organi costituiranno l’individuo.

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Per anni la sinistra ha visto con diffidenza la bandiera tricolore, il concetto di Patria e quella marzialità che voi invece rivendicate con orgoglio: quali sono le vostre posizioni?

La Patria ed il Patriottismo, nati durante la rivoluzione Francese sono concetti che appartengono ad una visione del mondo di sinistra, in contrasto alla visione imperiale e del Regno da cui invece discendono le destre.

Il nostro tricolore nasce dalla volontà dell’unità d’Italia, volontà promossa da diverse anime del pensiero proto socialista come Garibaldi e Pisacane, che fu però fatta sotto lo stemma sabaudo che campeggiava al centro del tricolore; la stessa bandiera che venne usata dal fascismo per sostenere il Re. Solo grazie ai nostri partigiani che attraverso la loro azione ripulirono il tricolore dall’emblema sabaudo, il tricolore poté sventolare finalmente libero, tale e quale a quello che tutti conosciamo oggi, simbolo e figlio della libertà, dell’ antifascismo, e delle lotte socialiste. Sono i neofascisti di ieri e di oggi a sventolare la nostra bandiera simbolo della libertà da loro stessi.

L’impostazione marziale del nostro gruppo e delle nostre attività vuole rimarcare lo stesso spirito di disciplina e forza che ha caratterizzato al storia del movimento socialista. Dai volontari di Garibaldi fino all’arditismo popolare e ai legionari fiumani, per arrivare alla Resistenza, le legioni del socialismo hanno sfilato schierate secondo principi di ordine e disciplina contro ogni lassismo borghese, oggi, lo stesso spirito e gli stessi simboli servono a riaffermare tali principi che sembrano assopiti.

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Quali sono le figure che maggiormente ispirano il vostro gruppo?

Sebbene ci siano diverse figure più o meno note appartenenti alla storia del socialismo mondiale alle quali ci ispiriamo, particolare attenzione l’abbiamo rivolta nell’individuare ed approfondire storie provenienti dal nostro Paese. Due elementi fondamentali vanno ad intrecciarsi per formare quel filo rosso che direttamente lega tali periodi: il socialismo ed il volontarismo. Con una semplice triade di parole, Risorgimento Reggenza Resistenza rivendichiamo tre momenti storici fondanti della nostra storia durante i quali, i semi della costruzione di una Patria socialista sono stati gettati con la speranza che germogliassero sulla nostra terra. Pensiamo al socialismo di guerra del Generale Garibaldi durante il Risorgimento, alle istanze socialiste degli Arditi del Popolo e dei legionari fiumani durante la Reggenza del Carnaro e alle prime lotte antifasciste nelle figure di Alceste de Ambris e Argo Secondari coi suoi Arditi del Popolo, alla Resistenza dei partigiani gappisti e della Volante Rossa.

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Vi considerate internazionalisti? Come potete far coincidere il Patriottismo con l’internazionalismo?

La definizione stessa di Patria Socialista ci impone di essere internazionalisti: essere internazionalisti per noi significa credere nella costruzione di molte Patrie Socialiste nel mondo intero, che possano vivere nella giustizia e nella libertà sotto la bandiera del socialismo e delle proprie tradizioni. L’assenza di patrie non ha nulla a che vedere con l’internazionalismo, l’assenza di Patrie rientra in una visione imperialistico-borghese che vuole abbattere i confini ed eliminare le differenze per favorire la circolazione di merci e di manodopera per massimizzare il suo profitto.

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Cos’è per voi l’antifascismo?

L’antifascismo è una pratica quotidiana, e non un un atteggiamento di maniera, uno sterile rituale, una confusa maschera che copre carenze e superficialità. Lottare contro il fascismo impone, soprattutto, di avere delle idee di giustizia da contrapporvi e da vivere quando esso sarà sconfitto. Quando non si ha un’idea ed un progetto per un mondo migliore è assai complesso dichiararsi realmente antifascisti, perché, nella storia, i fascismi si sono infiltrati laddove le debolezze politiche governarono senza un valido scettro.

Sappiamo bene che il fascismo, nei suoi valori che noi combattiamo, non è rintracciabile soltanto nel ventennio italiano e nel decennio tedesco. Se così fosse sarebbe spazzato via dall’incedere del tempo e della Storia. Così non è. E non serve mascherarsi dietro nuove forme e nuove sigle, del secolo passato o del terzo millennio che sia. Sappiamo riconoscerlo e combatterlo. Con la forza delle nostre idee.

Non è l’ANTI, come semplice rifiuto di un nemico a caratterizzare la nostra lotta, ma è il CONTRO, come contrapposizione di forze. Quella contrapposizione fucina di nuove vittorie. Nessun immobilismo, nessuna passiva attesa, nessuna sterile riproposizione di consunti rituali. Noi ci contrapponiamo al fascismo. Non ci limitiamo a resistere ad esso.

Questo è il nostro antifascismo, il CONTROFASCISMO.
E non ci sentiamo soli. Sentiamo con noi la forza dei nostri avi COMBATTENTI, dalle legioni degli Arditi del Popolo, ai partigiani, fino alle gesta della Volante Rossa.

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