Sull’antifascismo occasionale
Che squallore la vostra ipocrisia. Voi che adesso gridate al pericolo fascista, che inorridite davanti al ritorno della feccia nera. Che sbandierate il vostro antifascismo (di maniera) che avete abbandonato da anni. Voi che ci volevate convincere che fascismo e comunismo erano la stessa cosa, opposti estremismi sentenziavate. Nulla doveva rompere la quiete sociale che tanto vi serve.
E adesso che il giochetto si è rotto, che la bestia ha morso la mano che la nutriva, vi improvvisate antifascisti. Noi, che antifascisti lo siamo veramente, odiamo i vostri ipocriti piagnistei. Noi, che contro la canea nera lottiamo quotidianamente e non in base alle notizie del giorno, sempre noi che sappiamo riconoscere il volto del nemico, che non ci facciamo ingannare dalle maschere che indossa, noi che ne sentiamo il mefitico odore da lontano, noi, solo noi, non ci sorprendiamo. Perché li conosciamo bene quei burattini con la testa rasata che infangano il nome della cultura skinhead, perché non sono mai cambiati. Così come non siamo mai cambiati noi.
E mai cambieremo.
A voi lasciamo la finta indignazione, noi ci teniamo la nostra vera militanza.
Quella sì, realmente antifascista.