IL LAVORO AI TEMPI DEL CORONA VIRUS

Apr 19, 2020 No Comments by
– IL LAVORO AI TEMPI DEL CORONA VIRUS –

– Le testimonianze dei lavoratori –
#27: Giulia, Educatrice

Sono un’ educatrice genovese nella scuola infanzia e nei servizi domiciliari riabilitativi.
Con la chiusura delle scuole il 24 febbraio il comune ha latitato, e continua a latitare nel dare risposte rispetto all’applicazione dell’articolo 48 che prevede da parte degli enti locali che già hanno approvato il bilancio di pagare il vuoto per pieno a chi svolge pubblico servizio attraverso il privato sociale.
Nessuna comunicazione dal comune e nessuna concreta comunicazione dalla cooperativa.
L’ammortizzatore sociale Fis è stato richiesto e prevede la copertura del 70% dello stipendio netto, ma dato che come detto il comune non si è sbilanciato né sul vuoto per pieno né sulla fatturazione delle ore effettive o sullo svolgimento di un forfettario…
La cooperativa sceglie di attendere e di sperare sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori tardando e mettendo in difficoltà oltre 200 operatori e operatrici sul territorio.
Oltre il danno la beffa: senza nessuna certezza e senza nessun accordo scritto la dirigenza della cooperativa ci ha chiesto di riprendere il servizio in via telematica a partire dal 14 aprile senza avere idea di che ne sarà del nostro servizio.
Lavorare con bambini piccoli e con disabilità non permette a chi sceglie di essere educatori di abbandonare la continuità educativa e relazionale con bimbi e famiglie per tanto io e la maggior parte di colleghe e colleghi abbiamo mantenuto, per quanto possibile, quel filo rosso della continuità quotidiana per far sentire, per lo meno, le nostre voci e vedere i nostri visi, per missione, non per soldi.
La situazione ha portato in consiglio comunale 250 educatori ed educatrici Genovesi in maniera del tutto spontanea con la promessa, non ancora mantenuta, anzi rimangiata in sede di contrattazione con legacoop e sindacati, di vuoto per pieno.
Essere educatori significa avere tanti servizi diversi per arrivare a fine mese.
Il servizio riabilitativo domiciliare è un servizio sanitario per tanto l’erogatore è l’Asl. Asl ha scelto di interrompere il servizio domiciliare a metà marzo quando la totalità delle famiglie ha chiesto agli operatori e alle operatrici di non recarsi in casa per sicurezza reciproca. Questo è avvenuto anche perché i DPI che la cooperativa ha fornito non erano assolutamente idonei al servizio: mascherine-panno leva polvere, guanti e metro di distanza non sono immaginabili in servizi in cui gli utenti sono ragazzini disabili in cui la relazione e il contatto sono imprescindibili in contesto domestico. Senza pensare alla possibilità dell’educatrice e dell’educatore di essere in potenza veicolo del virus.
A differenza del comune Asl ha da pochi giorni siglato l’accordo di riconoscere il 70% delle ore assegnate ai ragazzi.
Questa è la situazione di un’educatrice genovese.

LAVORO AI TEMPI DEL COVID-19

About the author

The author didnt add any Information to his profile yet
No Responses to “IL LAVORO AI TEMPI DEL CORONA VIRUS”

Leave a Reply

By continuing to use the site, you agree to the use of cookies. more information

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close