21 Gennaio 1921, il dono del PCI

Gen 21, 2019 No Comments by

L’importanza di questa giornata si colloca tra i primari impegni nella costruzione di una nuova Militanza che possa aspirare ad ascendere ad Avanguardia della Classe Lavoratrice e che possa essere l’emblema della Giustizia per il Popolo intero.

Il Partito Comunista Italiano non ci dà soltanto una memoria celebrativa, ma il dono di saper essere una organizzazione comunista sulle masse, per le masse e con le masse.

Egli ci insegna il potere dell’organizzazione, dell’ordine e della disciplina. Ci insegna la sottomissione delle emozioni di fronte alla Volontà del trionfo del Socialismo.

Il PCI ha regalato ai lavoratori che ne hanno brandito il timone, il potere dell’analisi della realtà e la potenza di trasformarla, attraverso la lotta, in ogni angolo di questa repubblica, dalle istituzioni nazionali a quelle locali, dalle fabbriche alle terre, dalle città alla più sperduta provincia. Ci ha insegnato che ogni militante, quando cammina per le strade, è il depositario della missione più alta: condurre il Partito dei Lavoratori alla conquista.

98 anni fa, nella Livorno avanguardia dell’azione e del pensiero nel Risorgimento e nella prassi progressista e rivoluzionaria dell’Italia Unita, la “falange audace, cosciente e fiera”, abbandonava i lavori del XVII Congresso Psi per recarsi al teatro S. Marco. Qui, sotto la pioggia che filtrava dal tetto, nasceva il Partito Comunista d’Italia, Sezione della III Internazionale, per fare davvero come in Russia. Di lì a poco la clandestinità, con l’organizzazione sempre in vita, in Italia, tra le carceri e il confino, e in esilio, grazie ad una ferrea disciplina, allo slancio e all’abnegazione.

Un sacrificio che si farà sublime olocausto nel fuoco della Resistenza, guidando le masse italiane nella Lotta al nazifascismo, con la capacità di essere una forza popolare, proletaria e nazionale, grazie soprattutto al portato delle elaborazioni di Gramsci.

Un’idea pratica, un anelito che ha riguardato milioni e milioni di lavoratrici e lavoratori nel Paese, e che l’onta del tradimento, del disarmo, culturale e politico, non potrà mai cancellare.

La storia del P.CI. dovrebbe esserci oggi più che mai da stimolo e da monito per la costruzione di una grande organizzazione che sappia mettere, con disciplina, le differenze al suo posto, che sappia togliere certi bassi vizi di pensare di essere più comunisti di altri e più intelligenti di altri militanti comunisti.

Oggi Patria Socialista, in questa giornata di memoria, si auspica che ogni Compagno di questa nazione abbia la modestia per chinare il capo di fronte alla grande Idea e che si possa lavorare fino alla fine delle forze per costruire ancora un Partito Comunista che sappia valorizzare le anime e compattarle sotto la bandiera rossa, che sappia costruire la sacra architettura dell’Unità assoluta dei Comunisti.

Oggi non vi sono eredi più qualificati di altri, dato lo scempio che poniamo di fronte ai lavoratori nel bivaccare nelle nostre piccole frange ideologiche.

Oggi dobbiamo essere tutti eredi di quella modestia, di quell’etica, di quella energia organizzativa e di quella potenza vittoriosa che è stato e che dovrà essere il Partito Comunista d’Italia.

“Avanti, Uniti!”

Patria Socialista

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