SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO RIGUARDO LA SITUAZIONE VENEZUELANA

Feb 14, 2019 No Comments by

SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO RIGUARDO LA SITUAZIONE VENEZUELANA

In questi giorni abbiamo assistito al vergognoso mettersi in coda dell’Occidente europeo per ricevere l’ostia a stelle e strisce, in cambio della fedeltà a riconoscere l’autoproclamato Guaidò come Presidente del Venezuela, schiacciando così la libera decisione elettorale ed ideale del Popolo Venezuelano. 
Ma ciò che è avvenuto nel Governo italiano è forse ancor più vergognoso. Il Movimento 5 stelle ha deciso (in contrapposizione?) con la Lega di atteggiarsi a poliziotto buono verso il Venezuela mentre Salvini ha condotto (come era ovvio) la parte del poliziotto cattivo. Entrambi col proprio modo di fare da sondaggio web o da “acchiappa like”, hanno mantenuto il piglio critico verso l’Unione Europea e nel finto scontro tra le parti hanno salvaguardato la propria immagine elettorale.
Ma analizziamo il dato politico.
Se da una parte il Governo italiano, nella mozione votata a maggioranza, non ha riconosciuto il fantoccio Guaidò, contribuendo al mancato riconoscimento dell’Unione Europea, dall’altra non ha riconosciuto come legittime le elezioni presidenziali del maggio scorso, rendendo di conseguenza Maduro un golpista, o quanto meno un Presidente illegittimo al pari dello stesso Guaidò.
Riconoscere Guiadò sarebbe stato l’ennesimo ordine di Washington eseguito alla perfezione, come da decenni siamo abituati a vedere nelle nostre stanze del potere. Ma porsi come mediatori, come ha fatto il Governo italiano, ed al tempo stesso dichiarare Maduro illegittimo, significa svolgere un ruolo probabilmente ancor più subdolo e pericoloso in questo contesto. Le elezioni presidenziali si sono già svolte in Venezuela ed il rifiuto da parte dell’ONU e dell’UE a presiedere coi propri osservatori, come richiesto da Maduro, non è altro che l’anticamera della situazione attuale. Nessuna organizzazione venezuelana o internazionale ha mai portato uno straccio di prova per giustificare la proclamata illegittimità di quelle elezioni, ed il Potere Elettorale del paese (uno dei 5 Poteri costituzionali) ha dichiarato Maduro Presidente fino al 2025.
Proprio per questo il Presidente eletto ha affermato in questi giorni, in maniera sacrosanta, che non ci saranno elezioni presidenziali sino a quella data. Cedere su questo punto significherebbe violare la Costituzione Bolviariana e svendere la propria sovranità in nome di un riconoscimento internazionale che comunque, finché il socialismo sarà l’idea guida dell’azione del governo, non arriverà mai.
Porsi come mediatori richiedendo nuove elezioni presidenziali, significa quindi andare a ribaltare tutto ciò. Perché per il blocco fedele agli USA non ci saranno mai elezioni legittime finché Maduro non sarà sconfitto. E dato che la maggioranza della popolazione continua ad essere chavista, richiedere nuove elezioni oggi significa ridare legittimità, armi e vigore alla violenza degli oppositori nelle strade, significa altre scuole ed ospedali incendiati, significa nuovi morti, con la conseguente doverosa repressione del Governo. Il tutto pompato ad arte nei media internazionali fino ad avere un coro unanime di richiesta di elezioni che gli Stati Uniti non potranno mai permettersi di perdere e che saranno, stavolta sì, illegittime. 
In conclusione quindi, se il mancato riconoscimento di Guaidò significa non appoggiare un intervento militare straniero, unica via per un vero insediamento del burattino golpista (con la conseguente risposta però di Cina, Russia, Iran, Turchia…), proporsi come moderatori e richiedere nuove elezioni presidenziali non corrisponde affatto alla “non ingerenza” tanto decantata dai 5s, ma significa sostanzialmente appoggiare una guerra civile per arrivare ad elezioni farsa.
Il Movimento 5 stelle, mantenendo così la facciata intonsa per le prossime elezioni, ha dimostrato di nuovo la propria inadeguatezza politica rendendosi di nuovo braccio politico e repressivo delle destre e dell’imperialismo atlantico…seppur con l’abito bianco da crocerossina.

Patria Socialista

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