SUI ROGHI IN AMAZZONIA E SULL’INQUINAMENTO GLOBALE
Le estese fiamme che in questi giorni stanno bruciando la riserva di vita più grande del mondo, scaldano le sopite coscienze di chi si indigna ma non lotta, di chi strilla ma non si muove. Le stesse che torneranno ad oziare per poi cambiare di nuovo l’immagine del profilo social di fronte al prossimo dramma, sia esso legato alle migrazioni, alle guerre, alla povertà. Non si riesce o non si vuole capire che ognuna delle ferite che lacerano la specie umana e la sua più grande Patria, la Pachamama o Madre Terra, sono inflitte dallo stesso spietato assassino. “L’inquinamento globale” non è un mantra, ma l’inevitabile risultato di un sistema che per sua natura pone l’accumulazione di profitto al di sopra di qualsiasi altro valore umano o naturale: il capitalismo. E mentre riecheggiano ancora i moniti sulla salvaguardia dell’ambiente di Fidel Castro e Hugo Chavez alle Nazioni Unite (di cui riportiamo i link di seguito), Evo Morales, Presidente socialista della Bolivia raggiunta dal fuoco appiccato in Brasile, lascia le chiacchiere al suo omologo Bolsonaro ed ingaggia, seppur con le modeste risorse del proprio paese, l’aereo antincendio più grande del mondo.
Se solo si avesse voglia di vedere veramente quello che sta accadendo da una parte e dall’altra delle fiamme dell’Amazzonia, si potrebbe scorgere il reale problema e l’unico modo per combatterlo.
Se solo si avesse voglia di risolvere veramente il problema dell’inquinamento globale, si potrebbe lottare insieme per un cambio di sistema.
«Abbiamo di fronte a noi solo due strade: la Pachamama o la morte. E quindi o muore il capitalismo o muore la Madre Terra, o vive il capitalismo o vive la Madre Terra»
Evo Morales
Discorso di Fidel Castro alla conferenza delle Nazioni Unite su Ecosistema e Sviluppo, Rio de Janeiro 1992
Discorso di Hugo Chavez alla conferenza delle Nazioni Unite sul cambio climatico, Copenaghen 2009
