SCIOPERI NELLA LOGISTICA

Mar 11, 2020 No Comments by

Mentre ieri a Pomigliano i lavoratori FCA entravano in sciopero spontaneo data l’impossibilità di rispettare in fabbrica le distanze di sicurezza previste per evitare il contagio, i lavoratori della logistica e del trasporto merci facevano sentire la loro voce e la loro preoccupazione di fronte a padroni sordi e interessati soltanto a far continuare la macchina del profitto, su indicazione di Confindustria.

Il settore del trasporto merci in questo momento cruciale per la sopravvivenza del sistema paese, vive però enormi contraddizioni al suo interno, svolgendo involontariamente funzione di veicolo principale del contagio. Basti pensare che in questi giorni gli stessi Tir continuano a caricare in Lombardia e a scaricare nel Lazio, in Campania, in Calabria, con gli autisti che, dopo un lungo viaggio, necessariamente devono entrare a contatto con i locali, condividendo piattaforme, bagni, aree ristoro.

Gli stessi corrieri che quotidianamente suonano ai campanelli di tutte le province, spesso presi a parolacce dagli stessi clienti impauriti, sono potenzialmente un veicolo importante di diffusione del virus. Pertanto in attesa che il governo decida se bloccare temporaneamente tutti i trasporti, eccetto quelli alimentari e medicinali, i lavoratori hanno iniziato ad alzare la voce in maniera spesso spontanea, ma unitaria. Ed è così che ieri mattina i corrieri BRT di Caorlo assistiti dal sindacato USB sono entrati in sciopero, mentre nel Lazio i colleghi SDA di Pomezia della Filt Cgil, ma anche quelli di GLS Ardeatina uniti tra aderenti a Si Cobas e Cgil stessa si sono rifiutati di entrare nei magazzini dopo aver constatato che non sussistevano le condizioni di sicurezza necessarie per svolgere il proprio lavoro. A nulla sono valse le minacce immediate di ritorsione delle aziende, i lavoratori compatti hanno dimostrato la propria forza costringendo le aziende ad adoperarsi per mettere la situazione in sicurezza. Ma non sono state le sole avvisaglie di ribellione, anche all’interno del colosso Amazon i lavoratori hanno saputo con determinazione dire la loro. Ci risulta una serrata trattativa tra i drivers della piattaforma di Pomezia e gli addetti alla sicurezza del colosso americano oltre ad un durissimo comunicato delle Rsa del polo logistico Amazon di Passo Corese che minacciava blocchi immediati nel caso in cui i magazzinieri non fossero stati messi in condizione di lavorare alla giusta distanza l’uno dall’altro. È di oggi notizia di nuovi blocchi a Empoli, Firenze e Torino…

Di fronte a padroni infami i lavoratori riprendono il controllo dei posti di lavoro.

Che questa emergenza, col suo “livellamento sociale” della paura, serva a ricostruire una coscienza di lotta per un’uguaglianza di diritti in tutto il paese.

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