L’oro bianco della Sardegna

Feb 12, 2019 No Comments by

Esplode in Sardegna la rivolta dei pastori, esasperati dalle imposizioni di un sistema disumano che nessun rispetto ha per la dignità delle persone, ma bada solo al profitto dei monopolisti.
La guerra del latte è un atto di orgoglio contro una delle più sottili e invasive forme di sfruttamento attuate nel secolo scorso. Deve passare alla storia come la ribellione del Popolo Sardo al capitale e alle sue logiche: atto politico e non occasionale rivendicazione economica finalizzata ad una soluzione tampone. Come atto politico va trattata, analizzata e gestita.
La rabbia degli allevatori si spande sull’isola come un fiume bianco, aggregando realtà molto diverse tra loro e travolgendo l’intero indotto produttivo nella sua furia. 
Questo fiume ha la sua sorgente nella struttura stessa del monopolio caseario: in Sardegna si produce la quasi totalità del latte ovino italiano e la maggior parte di tale produzione confluisce nella rete “pecorino romano”, le cui maglie più strette sono rappresentate dal consorzio e quelle più larghe, ma non meno liberticide, della comunità Europea stessa. 
Diecimila piccole aziende sono alla mercè di quello che si configura a tutti gli effetti come un cartello controllato da quattro grandi industriali e delle oscillazioni del più bieco sistema economico liberista. Gli accordi con il consorzio prevedono infatti il conferimento di quasi tutto il prodotto, fatta salva una quota minima che i pastori possono trattenere per la produzione famigliare. A questo si aggiungono clausole capestro che rendono impossibile la rescissione dei contratti che, in alcuni casi, hanno durata di vari decenni. 
La cieca imposizione delle quote latte UE non tiene conto delle peculiarità locali, che vedeno capi particolarmente produttivi e quindi elevato quantità di latte munto; ciò ha portato come era prevedibile e già reso noto in tempi non sospetti, a una sovrapproduzione e quindi ad un crollo del prezzo del pecorino sul mercato interno. Questo unito alla flessione delle vendite estere, ha inciso profondamente sul valore della materia prima. Al momento il latte è pagato 0,60 euro al litro, prezzo che non copre neanche i costi d’attività. Questo circolo vizioso, innescatosi nel lontano 1884 con lo spostamento della caseificazione nell’isola, al momento appare difficilmente risolvibile perchè prevederebbe riappropriarsi dell’intera filiera o destinare il latte ad altre produzioni di eccellenza con costi e riqualificazioni aziendali non affrontabili per la maggioranza degli operativi del comparto.
Un prezzo del latte equo è una necessità improcrastinabile per la Sardegna tutta e i pastori hanno il diritto di percorrere ogni strada affichè ad esso si arrivi, compresa quella impervia della disobbedienza civile e della aperta provocazione. 
Patria Socialista esprime la sua completa solidarietà a chi, sfidando il padrone, combatte il capitale per affermare il suo diritto al lavoro senza richiedere provvedimenti assistenzialisti, che verrebbero strumentalizzati unicamente per fini elettorali.

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