Gilet Gialli Rossi

Feb 11, 2019 No Comments by

GILET GIALLI ROSSI 

La tredicesima volta dei gilet gialli, accompagnata ancora una volta da una violentissima repressione, sancisce anche il primo tentativo ufficiale di unire le lotte, in quella che a prima vista sembra essere una convergenza tra gilet gialli e rossi.

La rivolta dei primi, sorta in maniera spontanea, per alcuni sospetta, si è configurata subito come l’espressione più completa del rifiuto della rappresentanza che attraversa in questo momento molte situazioni della vecchia Europa, compresa quella della nostra nazione.

Bene hanno fatto i compagni d’oltralpe, comunisti, militanti e attivisti sociali, lavoratori ed in ultimo sindacalisti, a non sottovalutare la portata di una simile mobilitazione, attraversandola, mettendo da parte la puzza sotto il naso e l’elitarismo, sfidando pure il dogma secondo il quale non si sta nelle piazze in cui è presente la destra sotto qualsiasi forma si presenti.

Tutto ciò ha per ora dato i suoi frutti. I militanti antifascisti francesi cacciano a suon di schiaffi i pochi fascisti rimasti all’interno della protesta, mentre la CGT, da poco scalzata dal ruolo di primo sindacato confederale nazionale, ma comunque ancora storicamente rappresentante delle lotte operaie, dopo un primo momento di studio e di rifiuto, ha coraggiosamente deciso di aderire alle proteste, praticando ciò che organizzazioni politiche e sindacali hanno l’obbligo di fare, ovvero unire e orientare le lotte.

La spinta della base ha portato così alla proclamazione dello sciopero generale di martedi 5 febbraio, sciopero al quale hanno aderito i gilet gialli, al quale è seguita la mobilitazione di sabato alla quale ha aderito la stessa CGT, suggellando di fatto un’unione sociale che potrebbe aprire nuovi orizzonti.

In questo contesto le forze reazionarie, le destre francesi, compreso quel Front National che un anno fa ambiva a rappresentare le masse popolari, come oggi fa la Lega nel nostro paese, hanno dovuto gettare la maschera, ritirandosi al consueto ruolo di difensori della borghesia e dei potenti.

In Italia un movimento del genere verrebbe ostacolato dalle destre securitarie, dalle sinistre imborghesite e qualora riuscisse ad incastrarsi con lotte sindacali e realtà sociali, probabilmente verrebbe pure scaricato dalle varianti settarie e autoreferenziali delle stesse, senza comprendere l’insegnamento che in questi giorni ci arriva dalla Francia e che ci impone come Compagni, di misurarci sul terreno delle proteste, perfino e con più veemenza laddove si manifestino con linguaggi e simbologie opposte alle nostre.

Solamente la presenza militante crea i presupposti per creare futura egemonia.

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